Small picture of Donizetti

 

 

 

Donizetti's Il furioso all’isola di San Domingo

 

Teatro Donizetti, Bergamo, October 11 & 13, 2013.

 

Photographs by Gianfranco Rota, © Teatro Donizetti, Bergamo,

courtesy of the Teatro Donizetti and the Fondazione Donizetti.

This was a new production for the Gaetano Donizetti Music Festival, Bergamo of one of Donizetti's less well known operas. Based on the new critical edition edited by Maria Chiara Bertieri, it was the first there since 1998 and was a joint production with Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro Sociale di Rovigo, Fondazione Teatri di Piacenza and Fondazione Teatro Alighieri di Ravenna. It will be performed in these cities in due course and, because of this the opera was double cast.  

Below is a report from Giacomo Branca, who saw the second cast in action on Sunday, October 13. The photographs are of the second cast.

Il Bergamo Musica Festival “Gaetano Donizetti” conclude la parte monografica dedicata al suo concittadino d’elezione con “Il furioso all’isola di San Domingo”, titolo che presenta uno dei grandi ruoli baritonali creati da Donizetti per Giorgio Ronconi (all'epoca poco più che ventenne) che andò in scena, in prima assoluta a Roma, al Teatro Valle all’inizio del 1833 e di lì a pochi mesiapprodò alla Scala di Milano.

Grazie soprattutto all’interpretazione del giovane baritono, l’opera ottenne subito un immediato e clamoroso successo, ponendosi come uno dei titoli più rappresentati in tutto l’ottocento. Su libretto di Jacopo Ferretti, che trae la vicenda da un’ episodio del Don Chisciotte di Cervantes e da una commedia dell’epoca, la trama mette in luce l’abilità del librettista di concatenare e caratterizzare i vari elementi drammaturgici dell’azione rimanendo coerente al genere dell’opera semiseria.

Vi coesistono quindi elementi tipici dell’ Opera buffa, mutuati e assecondati da situazioni più tipicamente melodrammatiche, al fine anche di ricercare e raggiungere nuove dimensioni espressive sul piano del canto come della drammaturgia, favorendo una certa sperimentazione scenica nonché melodica, e in tal senso, in quest’opera  una delle figure più innovative è quella di Cardenio ( il “Furioso”), a  cui Donizetti destina pagine di indubbio effetto e di rara bellezza melodica. Tale ruolo rappresenta un caso  di “pazzia maschile”  che all’interno di tale tipologia, diverrà un sicuro punto di riferimento, per i compositori a venire.  Ad esso si affiancano altri tre protagonisti principali, che a loro volta riflettono tipologie già consolidate nel teatro lirico dell’epoca.

Ossia lo schiavo Kaidamà, buffo per eccellenza , nonché Eleonora ( tipico soprano lirico d’agilità) e Fernando (tenore lirico). Lo spettacolo, firmato dal regista  Francesco Esposito trasporta il pubblico in un mondo naif non sempre coerente con la vicenda , che si avvale di alcune idee sceniche immaginate dall’illustratore e scenografo genovese Emanuele Luzzati, i cui disegni e bozzetti (ritrovati di recente) si materializzano sulla scena grazie al lavoro di Michele Olcese. Di fatto una scenografia composta da pochi elementi scenici e da diversi pannelli scorrevoli, sagomati e dipinti a colori sgargianti e contrastanti che ricordano un mondo infantile e ludico, evocando un’atmosfera tipicamente tropicale, dominata dal verde della vegetazione lussureggiante che si rifà stilisticamente alle opere del pittore francese Henri Rousseau. 

La scena è per lo più inpiena luce, assecondata da grandi fondali di azzurro intenso, ben evidenziati dal gioco sapiente della luministica di Bruno Ciulli,  tutto sommato risponde bene al carattere buffo e giocoso della vicenda ma tralascia completamente l’aspetto “serio” della stessa. Ossia è parso che la regia non sia riuscita a mettere correttamente a fuoco l’ambivalenza e le innovazioni del genere, anche  a livello drammaturgico e abbia dirottato tutto sull’aspetto più convenzionale, ossia quello comico e giocoso, inserendo arbitrariamente anche situazioni sceniche che non aiutavano la comprensione della vicenda ma che spesso distraevano lo spettatore e mettevano in difficoltà gli stessi esecutori. I costumi, coloratissimi, seppure poco attinenti all’ambientazione tropicale e alla situazione di schiavitù e oppressione di cui dovrebbe connotarsi il coro degli isolani, erano di Santuzza Calì. Carine  e divertenti le coreografie ideate da Maria Cerveira.

Giovanni Di Stefano , a capo dell’Orchestra del Bergamo Musica Festival dirige la partitura in maniera efficace seppure senza troppe sbavature attento e coerente alla resa sonora, più che alla linea melodica.
Cardenio, il protagonista del titolo, era il baritono Christian Senn, con voce elegante, di bel timbro brunito e dal convincente effetto malinconico, assecondata da una buona recitazione, misurata e coerente al personaggio. La sua prova evidenzia molto bene l’introspezione psicologia che Donizetti richiede a questo ruolo e sviscera al  meglio le parti più serie e più “furiose” del medesimo.  Al suo fianco, l’Eleonora del soprano Paola Cigna
con voce elegante, tecnicamente idonea ma piuttosto piccola di volume e dal registro centrale un po’ usurato.

Riesce peròsempre ad affrontare con una buona resa sonora e scenica anche quelle parti più vocalmente ardue del ruolo. Il tenore  cinese Lu Yuan  era un Fernando, dagli acuti squillanti e sicuri. Una voce tecnicamente corretta ma stilisticamente più adatta a ruoli rossiniani. Inoltre la sua prova ha evidenziato diversi problemi di pronuncia e una impacciata recitazione non favorita dalla presenza scenica. Ma l’efficacia della sua resa vocale, faceva certamente dimenticare questi suoi limiti, conquistandosi il favore netto del pubblico. Federico Longhi, quale Kaidamà, ci restituisce una coerente immagine del buffo tipico dell’epoca, molto più sul piano vocale che scenico . Efficace sotto tutti i punti di vista  il Bartolomeo di Leonardo Galeazzi , mentre piuttosto ingolata e priva di colori la vocalità morbida e tornita che caratterizza la Marcella di Marianna Vinci.

Come sempre ottima ed efficiente la prova del Coro del Bergamo Musica Festival, diretto da Fabio Tartari.

Buon successo per tutti e grandi all’operazione nel suo complesso.

 

The Team

Cardenio - Simone Alberghini / Christian Senn,

Eleonora - Cinzia Forte / Paola Cigna

Fernando - Francesco Marsiglia / Lu Yuan

Bartolomeo - Leonardo Galeazzi

Marcella - Marianna Vinci

Kaidamà - Filippo Morace / Federico Longhi

 

Direttore - Giovanni Di Stefano

Regia  - Francesco Esposito

Coreografia - Maria Cerveira

Scene - Michele Olcese da un progetto inedito di Emanuele Luzzati

Costumi - Santuzza Calì

Luci - Bruno Ciulli

 

Maestro del coro - Fabio Tartari

Orchestra e Coro del Bergamo Musica Festival

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Page initially published in  October 2013